prova

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venerdì 10 ottobre 2008

Scelte ragionate di marketing territoriale

“Cariati – Città della Tarantella” è un progetto socio culturale ambizioso e di qualità attraverso il quale, per la prima volta nella storia amministrativa della nostra comunità, si investe consapevolmente e scientificamente sulla propria identità e sulla propria offerta socio-culturale. E lo si fa aderendo, evidentemente, a quelli che vengono unanimemente considerati i principi fondamentali del marketing territoriale: 1) il recupero ragionato dell’identità locale, in tutte le sue espressioni, valorizzando la continuità amministrativa; 2) l’individuazione analitica di elementi simbolici, univoci, rari se non addirittura esclusivi della propria identità, attraverso i quali comunicare professionalmente all’esterno la complessiva capacità attrattiva dei luoghi e del patrimonio storico, architettonico, archeologico, enogastronomico, etno-musicale, in una parola culturale. A quei due precisi criteri (unicità/esclusività da una parte, e capacità simbolico-evocativa, dall’altra), criteri sottesi ad ogni seria e lungimirante progettazione turistico-culturale (e la lista degli esempi sarebbe lunga!), risponde lo studio la verifica ed infine la scelta, tra le diverse opzioni identitarie cariatesi prese in esame, da una parte della frase “Cariati – Città della Tarantella” e, dall’altra, dell’effige dell’Herakles, quali elementi appartenenti in maniera più o meno esclusiva, in ogni caso immediatamente riconoscibile, all’immagine di Cariati. Due aspetti, non i più importanti fra quelli analizzati, meritano però di essere ricordati ancora una volta: 1) la riconoscibilità nazionale, e mondiale se si considera Internet, della famosa Tarantella di Cariati, usata da anni come sigla introduttiva e conclusiva delle previsioni meteo sulla Rai; 2) l’originalità della statuetta dell’Herakles, rinvenuta a Cariati agli inizi del 1900, riconosciuta come tale non dal Sindaco di Cariati ma dalla comunità scientifica archeologica tanto è vero che, su numerose e prestigiose pubblicazioni di settore, quell’effige brezia, preferita ad altre, viene indicata come l’Herakles di Cariati. Il marketing territoriale e la comunicazione sono materie ed ambiti che, a differenza forse della politica del pettegolezzo e della polemica strumentale, rispondono necessariamente a regole scritte, a metodi scientifici, a canoni e prassi sperimentali, a contenuti e conoscenze che o si studiano oppure si ignorano. Non c’è terza via in merito, salvo –come purtroppo è accaduto anche per Cariati in passato- navigare a vista e vegetare nell’improvvisazione. Tanto è vero che chi oggi alza il dito contro un percorso strategico, ponderato e qualificante, seguito da questa Amministrazione, è del tutto sprovvisto di elementi di comparazione storica; il che la dice lunga sul senso stesso della polemica orchestrata, se si considera che certe critiche giungono da chi ha svolto per anni ruoli amministrativi, senza aver lasciato, in merito, alcuna traccia. “Cariati – Città della Tarantella”, così come è stato ampiamente spiegato in numerose occasioni pubbliche, a Cariati in Calabria in Italia ed all’estero, rappresenta lo sforzo, finalmente consapevole, di una comunità di investire con lungimiranza sulle proprie potenzialità turistico-culturali, percorrendo vie e aderendo a precise strategie di comunicazione comunale e marketing territoriale che non sono certo nate a Cariati, che vengono scientificamente utilizzate da decenni nelle più illuminate realtà municipali meridionali nazionali ed europee. In realtà, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Abbiamo già spiegato in numerose occasioni pubbliche che né alla Tarantella né all’Herakles è stato affidato l’immaginario compito di sintetizzare il ricchissimo patrimonio storico, artistico e culturale di Cariati. Diversamente, sempre fondandoci su valutazioni tecniche ed in ciò supportati anche da autorevoli docenti ed esperti di comunicazione, noti e stimati in tutt’Italia, la scritta “Cariati – Città della Tarantella”, affiancata all’effige dell’Herakles, per la prima volta nella storia pubblica della nostra città, ambisce a veicolare più e meglio di prima, con con-sa-pe-vo-lez-za, tutto il patrimonio identitario autoctono: dalle tradizioni marinare al Centro Storico. Del resto, immaginare di puntare in modo caotico disordinato e forzatamente esclusivo –come hanno sostenuto nella minoranza- sul mare, sul Centro Storico, sulle tradizioni marinare piuttosto che sull’agricoltura, per fare di queste caratteristiche piuttosto comuni dei simboli da usare nella comunicazione turistico-culturale appare scelta non solo strumentale ma del tutto priva di fondamento e strategia, non essendo né il mare, né il Centro Storico, né l’agricoltura né le tradizioni marinare elementi tanti univoci e singolari da distinguere Cariati da tutti o quasi tutti i paesi quanto meno della costa jonica calabrese. Il successo in comunicazione –che è forse la vera ragione che scuote i sonni di qualcuno dell’opposizione- esige il rispetto di leggi e regole precise. Non si inventa. Per queste ragioni, e per numerose altre che qui si rinviano, iniziativa più strumentale, ingiustificata e scriteriata non poteva essere studiata a tavolino dai taluni consiglieri di opposizione. Ci sentiamo, poi, così convintamente vincolati al rispetto dei valori e dei metodi della nostra democrazia rappresentativa, sanciti in Costituzione, che riteniamo sconclusionato ed offensivo anche soltanto alludere al significato (probabilmente ignorato dagli stessi polemizzanti) che ha e che deve necessariamente avere l’esercizio di una consultazione popolare locale, attraverso la funzione propositiva che è tipica della petizione. Azioni squalificanti come quella messa in piedi da certa opposizione, con l’obiettivo testualmente dichiarato di “eliminare” un progetto socio-culturale attraverso la cancellazione della frase sintetica e simbolica che lo veicola, nascono –come è evidente- da profonda incompetenza tecnica in materia (marketing territoriale) e, sia chiaro, dall’assenza di ogni termine di comparazione storica o di contenuto. Detto diversamente, prima non c’era neppure dibattito, in merito. Solo il nulla. Ma così facendo vengono anche mortificati i cittadini ed il senso stesso della partecipazione democratica. Perché si tenta soltanto di strumentalizzarli inducendoli a dare pareri e commenti, inevitabilmente soggettivi se non addirittura di parte, in ogni caso senza quella indispensabile conoscenza tecnica delle questioni e della materia che, in definitiva, ridicolizza e rende vano ogni strumento di partecipazione diretta –come in effetti dimostrano le stesse salvaguardie pensate dai padri costituenti rispetto ai referendum. Il progetto complessivo, e con esso i simboli identitari di “Cariati – Città della Tarantella”, non nasce affatto tavolino, dalle intenzioni malsane del Sindaco o di qualche assessore né –come è stato detto- da presunte decisioni definite addirittura “autoritarie” o “arroganti”, con un metodo di analisi e giudizio, quello sì, che assomiglia molto a quei processi di piazza, di Staliniana memoria allorquando, nelle stanze di qualche periferica residenza moscovita, d’intesa con la stampa di regime (la Pravda = la Verità), qualche funzionario decideva e sentenziava chi e cosa andava eliminato, perché contrario agli interessi del partito unico. L’Edizione 2008 di “Cariati – Città della Tarantella”, progetto socio-culturale che dura 365 giorni all’anno, sul quale l’Esecutivo SERO è tenacemente impegnato, che tenta anche di ricucire gli sforzi intrapresi dalle amministrazioni comunali che si sono succedute almeno negli ultimi 25 anni, e che include al suo interno momenti di assoluta e riconosciuta qualità come ad esempio il Premio Herakles e la Scuola Estiva in Management dell’Identità, ha seguito infine lo stesso iter amministrativo che, ad esempio, hanno visto nascere e consolidarsi negli anni le ambiziosi sottese dietro nomi simbolici e progetti come –solo per fare qualche esempio- “Perugia Città della Cioccolata”, “Rossano La Bizantina”, “Crucoli Paese della Sardella”, “Cassano Città delle Terme” etc., senza contare poi l’identificazione di eventi importanti con le stesse città, come Roccella Jazz o la Notte della Taranta per Melpignano (comune che non ha solo la Taranta, ovvio, ma che con la Taranta contribuisce a far veicolare oltre 13 milioni di euro in 15 giorni!). E la lista sarebbe lunghissima.

sabato 4 ottobre 2008

Comunicato stampa del Partito Socialista

I rappresentanti dell’UDC di Cariati, per il solo gusto di apparire su qualche sito internet locale, continuano a rimediare brutte figure e ad inventare storielle alle quali non crede proprio nessuno, alludendo per altro a fantomatiche riunioni, di direttivo o di assemblea. Ne è esempio eclatante l’ultima roboante uscita sull’inventato disastro dei conti comunali. Ci chiediamo su quale pianeta vivano i rappresentanti della sezione dell’UDC di Cariati e se, realmente, siano essi in condizione di leggere e comprendere un bilancio comunale e tutte le fasi e le voci che esso comprende. Dalla teoria, reperibile in qualsivoglia libro o articolo di giornale, alla pratica c’è di mezzo il mare. Ed a noi Socialisti sembra proprio che in queste eteree riunioni dell’UDC si teorizzi molto e non si concretizzi nulla nell’interesse di Cariati e dei cariatesi. Solo parole e presenzialismo vuoto sulla stampa. Nei fatti, solo il nulla misto a noia. L’Esecutivo guidato da Filippo SERO, di cui noi Socialisti siamo parte integrante, ha trovato, al suo insediamento, un deficit di cassa spaventoso per un comune di 8 mila abitanti. Nonostante ciò, la Giunta ha avuto il coraggio di redigere sempre bilanci reali e, soprattutto di tagliare, nel consuntivo 2005, oltre 500 mila euro di residui che si trascinavano dal 1993 ed addirittura da prima. Come è noto, proprio da quella opposizione della quale l’UDC fa parte, questa stessa operazione veniva denunciata alla Corte dei Conti la quale, dopo approfondita verifica, trasmetteva un plauso all’attuale Amministrazione Comunale per il coraggio nell’aver compiuto tale scelta. Ai teorici dell’UDC ricordiamo, ancora, i debiti delle passate gestioni, ereditati e riconosciuti per oltre 1 Milione e mezzo di Euro ed i tanti contenziosi ancora aperti. Nonostante ciò abbiamo puntato ad un miglioramento di tutti i servizi offerti al cittadino e ne abbiamo istituiti di nuovi (tra tutti il servizio di trasporto pubblico urbano). Senza aumentare le tasse anzi riducendo e togliendo, prima del governo Berlusconi, l’ICI sulla prima casa. Abbiamo tagliato le spese inutili, per lo più consolidate con le vecchie amministrazioni comunali e abbiamo avuto la capacità di intercettare fondi extra bilancio per nuovi servizi e nuove opere pubbliche per decine di milioni di euro. Comprendiamo benissimo che qualche perfetto sconosciuto voglia apparire a tutti i costi. Ma si tengano i piedi per terra e si dimostri, ogni tanto, un minimo di capacità nell’apportare un qualsivoglia beneficio ai cittadini. Questa classe dirigente di governo continua a farlo, con risultati che restano sotto gli occhi di tutti, distinguendosi nei fatti dalle fumose e stagnanti prassi del passato. I cariatesi lo stanno vedendo. L’UDC pure. Ed è per questo che scalpita. Ma è normale.